Saturday, November 10, 2012

Lemmando

Due eventi sono indipendenti sse (se e solo se, conditio sine qua non) lo sono i loro complementari.
Molto intuitivo. Dimostrarlo coi conti non mi è venuto altrettanto immediato.
Assumendo $P(A|B)=P(A)$ abbiamo $$P({ A }^{ c }|{ B }^{ c })=\frac { P({ A }^{ c }\cap { B }^{ c }) }{ P({ B }^{ c }) } =\frac { 1-P({ A }^{  }\cup { B }^{  }) }{ P({ B }^{ c }) } =\\ =\frac { 1-P({ A })-P(B)+P({ A }^{  }\cap { B }^{  }) }{ P({ B }^{ c }) } =\frac { P({ B }^{ c })-P({ A })+P(A)P({ B }^{  }) }{ P({ B }^{ c }) }= \\ =1-\frac { P({ A })(1-P({ B }^{  })) }{ P({ B }^{ c }) } =P({ A }^{ c })$$

Sunday, November 4, 2012

Le Linux Day e la probabilità di ragionare

Un mese, tanta voglia di pensiero critico e rivoluzioni copernicane che mettano al centro un sistema tanto non inerziale che le forze fittizie possano essere il desiderio e il sogno.
Scherzo, questo non è un blog di letteratura.
Questo mese ho:

  • cercato di iniziare decentemente la tesi, con infinite insoddisfazioni verso la mia inefficienza e finendo col passare gli ultimi 4 giorni ( che in teoria erano una cartuccera di tempo per auspicare degni progressi), in vacanza;
  • rimandato infamamente il progetto di ML;
  • lavorato tanto tempo in biblioteca, quando la priorità dovrebbe essere evitare a tutti i costi di finire col dover scrivere i due punti precedenti;
  • fatto la mia picciola parte per il Linux Day: http://lug.uniroma2.it/2012/11/03/linuxday2012-ricordi-accanto-al-focolare/;
Nell'immediato futuro mi propongo:
  • di essere già a letto da almeno due ore a quest'ora;
  • di dare un sacco di ripetizioni per mettere da parte soldi;
  • di leggere quel che devo leggere (alcuni testi che dovrebbero fornirmi conoscenze strategiche) e far si che il mio relatore non si penta d'esser tale;
  • di fare il progetto di ML per diventare agile nel fare statistica.. 
Dopo quest'estroversione pragmatista passo alla riflessione del giorno.
A tutti piace conoscere e a nessuno piace studiare. 
Perché è così difficile studiare? 

In teoria è molto meglio starsene comodamente poltrendo in scrivania facendosi viaggi nel mondo delle idee che andare a spaccare legna. Eppure poca gente studia. È sgradevole? No. Ma pare che sia faticoso. 
Invece di studiare scegliamo di impiegare il nostro tempo col fare altro. Una parte di te è sicuramente d'accordo che non sarebbe una cattiva idea studiare per molte ore al giorno, eppure non lo fai. Qual è la parte di te che ti porta a non farlo? Una parte che vuole fare altro... che altro? 
Freud un po' di tempo fa ha coniato il "Principio del Piacere". Invece di studiare ci ritroviamo a fare cose che ci danno più piacere. La nostra vita è sproporzionatamente più dominata dal PP che dal PR (Principio della Ragione). Questo appare abbastanza evidente.
In un racconto fantascientifico che non ho ancora finito di scrivere (e non potete rubarmi l'idea, santa CC in alto a sinistra), viene trovato il modo di "spostare" la libido umana su un oggetto a piacimento (gioco di parole involontario), in pratica di pervertirsi a comando; nella pratica, per dirne una, la tempesta ormonale degli individui in piena pubertà viene artificialmente deviata verso lo studio accademico, sicché gli adolescenti si eccitano letteralmente in attività come lo studio, in modo propriamente sessuale; vi lascio immaginare l'umanità illuminata che ne faccio conseguire nel racconto.
Il problema, come pare potersi verificare nella pratica, è farsi piacere le cose. Se una cosa ti piace la fai, se una cosa non ti piace non puoi farla per troppo tempo, specialmente se la cosa ti richiede un certo animo; ad esempio un minatore che rischia di morir di fame può pure di mala voglia spaccarsi la schiena per anni in miniera, ma un presentatore televisivo che odia fare il presentatore televisivo non riuscirà a fare il suo lavoro al di sopra di un certo livello, per cui non appena è esatto un certo standard è bocciato. 
Non puoi studiare se non ti va. Puoi forzarti a farlo per molto tempo, ma non arrivi a livelli di eccellenza, a meno che non sei un masochista che gode a costringersi in cose che odia, ma ovviamente si ritorna in maniera abbastanza diretta a confermare che è tutta una questione di PP.

Il PP è la distrazione per antonomasia. Concentrarsi è spegnere il PP. Più in generale passare dallo stadio di bambino a quello di adulto prevede la capacità di procrastinare il soddisfacimento, in altre parole la capacità di dominare il PP; è una meta che può essere raggiunta nel momento in cui la tua volontà diventa un imperativo biologico, ovverosia quando te in quanto organismo senti che il tuo volere razionale, i.e. il prodotto della tua corteccia cerebrale, ha un alto valore nel garantirti il futuro piacere.

Studiare alla fine è gran facile. Prendi il libro, ti siedi in scrivania, lo apri e cominci a leggere.
Se poi cominci a riflettere sul fatto che sei schiavo di ciò che le tue passate esperienze (nelle concatenate interpretazioni con cui via via hai vissuto ciascuna di esse), ti obbligano a sentire più o meno piacevole... già così il fatto di studiare diventa una piccola e sottilmente piacevole affermazione di libertà contro il proprio destino biologico.